Disturbi dell’infanzia e Lettura Dialogica

Numerosi studi soprattutto a partire dai primi anni 2000 hanno evidenziato come la Lettura Dialogica sia un valido metodo per genitori e insegnanti, a supporto dell’operato di specialisti, per affrontare numerosi disturbi dell’infanzia.

La Lettura Dialogica appare particolarmente utile a supporto dei Disturbi della Comunicazione, tutti quei disturbi che determinano difficoltà ad esprimersi e a capire il linguaggio verbale e non verbale: balbuzie, dislalia, disturbo della fonazione, disturbo Misto della Espressione e della Ricezione del Linguaggio. Si tratta di disturbi che spesso includono il farfugliare, essere ripetitivi, parlare lentamente o, al contrario, troppo velocemente, omettere le parole o i suoni, non capire il significato dei gesti. I bambini e gli adulti con Disturbi della Comunicazione in genere usano un numero molto limitato di parole e fanno fatica a imparare quelle nuove, sbagliano i verbi e commettono errori lessicali e grammaticali.

Ansia da separazione: si può verificare quando un bambino o ragazzo è costretto a separarsi da persone o luoghi a lui cari. Si parla di Disturbo quando l’ansia e il conseguente malessere accompagnano il bambino per un periodo di oltre un mese. Chi è affetto da Ansia da Separazione mostra una forte nostalgia, si riempie di paure e non vuole rimanere solo. I bambini molto piccoli, pur di non dormire soli, possono gattonare fino al letto dei genitori e magari addormentarsi per terra. In genere, quindi, questi bambini diventano molto dipendenti dai genitori e spesso per ricevere attenzione lamentano dolori fisici, nausea, mal di stomaco o mal di testa. Chi soffre di Disturbo d’Ansia da Separazione mostra paure diverse a seconda dell’età: il bambino non vorrebbe andare a scuola e cerca di evitare attività fuori casa, può avere paura del buio, di mostri e fantasmi, paura degli animali. Da adulto può avere il timore che capitino cose brutte a se stesso o agli altri, paura dell’aereo o della macchina. I sintomi più comuni includono tristezza e malinconia, incubi notturni ricorrenti, paura di stare in mezzo agli altri, serie difficoltà scolastiche e lavorative, dolori fisici come mal di testa o di stomaco, nausea, palpitazioni e sensazione di vertigini. L’Ansia da Separazione non va sottovalutata ma affrontata subito e adeguatamente.



Balbuzie: La Balbuzie è un disturbo della produzione del linguaggio che ne altera la cadenza e il normale fluire. La persona balbuziente tende a prolungare il suono delle sillabe o altri suoni con ripetizioni e allungamenti (es. “So-o-o-no bra-a-a-a-vo”), oppure a interromperle, fare pause a metà delle parole oppure evitare parole difficili, avvalendosi di altri vocaboli. Spesso si accompagnano anche movimenti del corpo, come stringere i pugni, contrarre il volto, fare movimenti a scatto con la testa o altri tic.
In genere il disturbo si manifesta in età scolare e prescolare e può causare disagio nelle relazioni con gli altri, vergogna, timidezza. Queste difficoltà possono a loro volta causare disagio psicologico e appartamento sociale.

Dislalia: è un Disturbo dell’Espressione del Linguaggio e si manifesta quando lo sviluppo espressivo del linguaggio è molto inferiore alla media e la capacità di parlare e comprendere è compromessa. Riguarda sia le capacità non verbali (capire il significato di determinati gesti, come per esempio fare cenno di “no” con il dito), sia la capacità di comprendere il significato delle parole e delle frasi, quindi può causare problemi nella vita scolastica, lavorativa e sociale. La manifestazione di questo disturbo può variare a seconda della sua gravità e dell’età. In generale nel parlato si riscontra un vocabolario limitato, frasi sconnesse o interrotte, errori di diversa natura, ordine insolito delle parole. È comune la difficoltà a imparare nuove parole o forme verbali: per i bambini – ad esempio – può risultare molto difficile fare il dettato, sostenere un’interrogazione o pronunciare frasi intere senza “farfugliare”. Il disturbo può essere acquisito a causa di problemi medici o danni neurologici – dopo un periodo di funzionamento normale – o di sviluppo per compromissioni di diversa natura, non causate da problemi neurologici.

Disturbo della Fonazione: impedisce al bambino di articolare e pronunciare i suoni di singole lettere o intere parole in modo corretto. Il suo modo di parlare nei casi gravi risulta incomprensibile e può compromettere l’apprendimento e la vita sociale. Spesso si manifesta con l’omissione delle lettere (ad esempio delle consonanti finali), con la loro sostituzione (ad esempio uso del suono della lettera t al posto del suono della lettera k), con la loro l’inversione o distorsione. I suoni con cui si hanno più difficoltà sono quelli relativi alle lettere r, s, z, gl, gn, c. Anche le sillabe sono speso articolate male.

Disturbo Misto della Espressione e della Ricezione del Linguaggio: questo disturbo si manifesta con una seria difficoltà ad esprimersi e a comprendere il linguaggio sia verbale che gestuale. Chi soffre di questo disturbo, a causa delle difficoltà di percezione uditiva, può sembrare confuso o disattento, può non rispondere alle domande che gli vengono fatte o rispondere in modo errato e inopportuno.
I bambini per esempio possono non eseguire i compiti che i genitori o gli insegnanti gli assegnano. Le manifestazioni comunque variano a seconda della gravità del disturbo, che può essere di tipo “acquisito” o “di sviluppo”.

Disturbi Pervasivi dello Sviluppo – o DPS – indicano che le diverse aree dello sviluppo e le normali funzioni di una persona sono gravemente compromesse, con evidenti manifestazioni nel comportamento, nello sviluppo del linguaggio e del ragionamento, nelle relazioni con gli altri.
I Disturbi Pervasivi dello Sviluppo insorgono sin dai primi anni di vita del bambino. Fra questi la Lettura Dialogica può in particolare essere di aiuto nei casi di Autismo (vedi qui il link alla pagina dedicata all’Autismo) e Sindrome di Asperger, una forma di Disturbo Pervasivo dello Sviluppo dello spettro autistico, caratterizzata da problemi nel comportamento sociale. Si manifesta con la difficoltà a comunicare e interagire con gli altri, con la marcata riduzione di interessi e attività, con la ripetizione di comportamenti stereotipati. A differenza della persona con Autismo, chi è affetto da sindrome di Asperger non ha ritardi o difficoltà nel linguaggio. Le manifestazioni del disturbo sono diverse: coloro che non riescono a comprendere le regole e le convenzioni sociali vivono in modo isolato e sono a rischio di depressione, mentre le altre persone riescono a sviluppare una certa autonomia e ad assumere anche ruoli di lavoro soddisfacenti.

Disturbo da Movimenti Stereotipati: la ripetizione di identici movimenti senza un preciso scopo fino a provocare anche danni a se stesso. I movimenti stereotipati possono essere graffi, contusioni, fino a lesioni più gravi e traumi. Chi ne è affetto tende, infatti, a darsi morsi, pizzichi, sbattere la testa, le mani o le dita, ma può anche colpirsi con degli oggetti provocando danni più seri. Nei casi di comportamento autolesivo più gravi le persone possono procurarsi ferite vere e proprie. Per parlare di disturbo questi episodi devono verificarsi spesso e per oltre un mese.

Mutismo Selettivo o Elettivo: è un disturbo di origine ansiosa caratterizzato dall’incapacità di parlare con le persone estranee e solo in alcuni contesti. I bambini che ne soffrono a casa parlano bene, spesso anche molto, soprattutto con i genitori, ma non riescono a comunicare all’esterno del loro ambiente familiare. A scuola non riescono a parlare con gli altri bambini e per farsi capire si limitano a fare gesti o cenni con la testa. Possono indicare cosa vogliono con le mani oppure scrivendo delle note. Esso non va confuso con la normale timidezza che può indurre forme più o meno prolungate di mutismo.